Il sole di luglio si tuffa nel mare. Voi, con il costume ancora addosso, vi appoggiate al bancone del bar e ordinate un succo di frutta per vostro figlio, ma poi venite distratti da una notifica sullo smartphone. Qualche istante dopo, notate che il bambino ha già finito di trangugiare il suo succo e ha la bocca sporca di un liquido arancione.
“Ne voglio un altro!” dice lui tutto contento.
“Di che marca era questo succo?” chiedete al barista.
“L’ho fatto io!” risponde lui, indicando un marchingegno alle sue spalle. “Con la centrifuga!”
Le vacanze finiscono. Tornate a casa, disfate le valigie e andate a fare la spesa. Nel reparto elettrodomestici notate una sagoma familiare. È la centrifuga, nella sua scatola di cartone. Non costa nemmeno tanto. Vi hanno detto che, oltre alla frutta, potete buttarci dentro anche la verdura; forse è la volta buona che vostro figlio mangerà le carote a tradimento. E forse è la volta buona che le mangiate pure voi.
La comunità medica raccomanda di consumare cinque porzioni di frutta e verdura quotidiane, ma non tutti ci riescono a causa di motivi come il gusto personale o la mancanza di tempo. La centrifuga, grazie e alle lame rotanti ad alta velocità e al setaccio al suo interno, riesce a generare una forza centrifuga che separa il succo dagli scarti.
Il succo così ottenuto mantiene intatte le vitamine e i sali minerali di partenza, e la sua consistenza leggera, priva di polpa e parti fibrose, risulta gradevole e veloce da bere anche per i bambini piccoli e gli adulti poco abituati a consumare vegetali.
Centrifugato o succo pronto?
La miglior centrifuga permette di sperimentare varie combinazioni di sapori, ma a seconda del modello utilizzato è necessario sbucciare e/o tagliare in pezzi grossolani i frutti e i vegetali. Il centrifugato non è conservabile, e va consumato immediatamente. Inoltre, una volta terminato l’utilizzo della centrifuga, è necessario svuotare i serbatoi dove si raccolgono le parti di scarto e pulire il setaccio con acqua e sapone.
Dover svolgere queste manovre prima e dopo ogni utilizzo potrebbe far venire voglia di tornare ad acquistare i succhi pronti, che possono essere comodamente conservati nella dispensa o in frigo fino alla scadenza.
Un centrifugato di pera non è però equivalente a un succo di pera confezionato: i succhi confezionati (tranne quelli contraddistinti dalla dicitura 100% frutta) sono addizionati con acqua, edulcoranti, conservanti e zucchero. La presenza di zucchero, che va ad aggiungersi al fruttosio della frutta, rende i succhi pronti un prodotto da consumare con moderazione, soprattutto nei bambini, per non favorire la comparsa di carie o sovrappeso. I centrifugati hanno il vantaggio di contenere solo frutta e verdura, idealmente di stagione, e di poter essere consumati freschi senza aggiunte.
Piccoli accorgimenti per un buon centrifugato
Alcune centrifughe permettono l’utilizzo di frutta/verdura non sbucciata. La buccia è spesso ricca di nutrienti, ma è anche la barriera sulla quale si fermano pesticidi e agenti chimici usati in fase di coltivazione.
Anche avendo a disposizione solo prodotti biologici ben lavati, conviene sbucciare comunque frutti come arance, lime, pompelmi e limoni, per non ottenere dei succhi eccessivamente amari.
Le bucce dure, come quella di ananas, melagrana, cocomero e melone, vanno rimosse per non creare danni al macchinario. Per lo stesso motivo, è bene eliminare anche noccioli, semi duri e torsoli.

Il binocolo è un dispositivo meccanico dotato di speciali ottiche, in grado di accorciare notevolmente le distanze tra colui che lo utilizza e l’oggetto verso il quale è puntato. Il binocolo è una variante binoculare del cannocchiale e si utilizza accostandolo a entrambi gli occhi. È dotato di regolazione della messa a fuoco e spesso di un sistema di aggiustamento che consente di ridurre, se presente, la differenza di gradazione tra i due occhi, in modo da consentire anche a chi ha problemi di vista di poter essere agevolmente utilizzato. può essere di piccolissime dimensioni o di dimensioni molto grandi e può essere un dispositivo portatile o fisso, utilissimo in situazioni tra oro molto differenti.
Utilizzo del binocolo
Quando siamo al teatro ad esempio e siamo posizionati in un settore distante dal palco, come nel caso in cui ci troviamo in ultima fila in platea o meglio ancora in galleria o su un palchetto, un piccolo binocolo da teatro può esserci davvero utile per seguire gli eventi e visualizzare, come se ci trovassimo nei pressi del palco, attori e scenografia. Il binocolo ci consente altresì di seguire i recitativi osservando da vicino le espressioni facciali degli attori e cogliere così dettagliatamente l’atmosfera e il calibro della rappresentazione a cui stiamo assistendo.
Un altro caso in cui il binocolo può esserci utilissimo è in campeggio, per avvistare meglio i pericoli che potrebbero circondarci, durante le escursioni, per avere un quadro più dettagliato di ciò che ci riserva l’orizzonte. I cacciatori utilizzano il binocolo per avvistare e tenere sotto controllo la preda da catturare. Il binocolo è molto utilizzato dai militari come strumento di sorveglianza del territorio circostante, durante le esercitazioni e in situazioni belliche per l’avvistamento di pericoli. Grandi binocoli sono utilizzati anche dagli amanti del cielo poiché rendono più agevole la visione della volta celeste consentendo di tenere comodamente aperti entrambi gli occhi. Insomma questo strumento si rivela pressoché indispensabile in tantissime situazioni e per scopi differenti.
Come è fatto un binocolo
Il binocolo utilizza un complesso sistema di lenti e prismi che consente all’immagine di essere osservata dritta. Vediamo di quali parti è costituito. Il binocolo contiene due speciali serie di lenti che catturano l’immagine, la quale attraverso due prismi viene raddrizzata e resa fruibile all’osservazione.
I prismi rifrangono le immagini e riflettono la luce catturata dalle ottiche. Il principio di funzionamento dei prismi è detto a riflessione totale. L’ingrandimento delle immagini dipende dal tipo di binocolo utilizzato.

Le torce led sono dei dispositivi alternativi alle classiche torce a lampadina, che sfruttano la tecnologia optoelettrica del led. Questo tipo di torcia, che esteticamente non differisce molto da una comune torcia a lampadina, è in grado di fornire alte prestazioni ad elevato risparmio energetico. Vediamo in dettaglio come funzionano e quali vantaggi possono essere tratti dal loro utilizzo in luogo della vecchia torcia a lampadina.
Usare una torcia a led
Per capire cos’ è un led è utile ricordare che con questi dispositivi abbiamo a che fare nella vita quotidiana da anni. Ad esempio un led che tutti conosciamo è quello dei nostri apparecchi televisivi. La piccola spia rossa che appare quando il televisore è spento e resta acceso continuativamente finché la spina sia inserita nella presa elettrica, è un led. Tenendo presente questo esempio possiamo subito ricavare una caratteristica del led: Non si esaurisce. Questo dispositivo infatti sfrutta l’ elettroluminescenza, come accennato e non è soggetto a surriscaldamento.
Le sue prestazioni sono elevate ed è alimentabile con comuni batterie, attraverso l’ energia solare o addirittura incamerando energia attraverso il movimento meccanico. Il led non va sostituito e non vi abbandonerà nel cuore della notte, quando ne avrete bisogno per sostituire una gomma in strada o per trovare il quadro elettrico quando a causa di un forte temporale o di un sovraccarico di corrente salterà la luce.
Tipi di torcia led
le torce a led sono spesso simili esteriormente alle torce tradizionali a lampadina, poiché chiaramente la forma di queste ultime era già adeguata agli scopi per la quale è stata progettata. ciò che varia dunque non è la forma dell’ oggetto, mantenuta in quanto già validissima, ma la tecnologia. Si è già detto che il componente principale di una torcia a led è il dispositivo optoelettrico detto led. ma come lo si alimenta? Non avrà forse bisogno di pile che saranno scariche proprio quando avremo più bisogno di una fonte di luce alternativa? questo aspetto dipende esclusivamente dal modello di torcia che avete acquistato. Si è già specificato che un led è per sua natura inesauribile e non va mai sostituito, dunque sappiamo che non ci abbandonerà finche sarà alimentato.
In alcuni modelli è necessario l’ uso di comuni pile. esistono però alcuni modelli, tra l’altro ecocompatibili, in grado di sfruttare l’ energia solare e trasformarla in energia elettrica e ancora altri, molto pratici, di piccolo formato, da potersi portare comodamente in tasca quando si è in campeggio, ad esempio, dotati di un meccanismo manuale che consente, esercitando una semplice pressione su un apposito grilletto, di incamerare energia e trasformarla immediatamente in luce. Con l’esercizio di un solo minuto di pressione, avrete garantita la luce per un’intera ora.

I piccoli semi della salvia hispanica o Chia, pianta originaria dell’America centrale, sono noti da secoli per le qualità curative che posseggono. La loro fama presso le antiche popolazioni dell’America centrale è stata da sempre quella di avere effetti magici sull’organismo. Secondo quanto messo in evidenza da recenti studi, i semi di chia sono effettivamente dei preziosi alleati della nostra salute. Attualmente sono in voga un po’ ovunque per la loro proprietà di contribuire efficacemente al dimagrimento. Proviamo a capire un po’ meglio quali siano le loro caratteristiche e in che modo agiscano nel processo di dimagrimento.
Apportano energia e riducono il senso di fame
Particolarmente proteici, ricchi di vitamine e minerali, al pari di altri semi, apportano all’organismo una discreta quantità di amminoacidi essenziali. Essendo ricchi in omega tre hanno potere antiossidante, contrastano l’azione dei radicali liberi e contribuiscono a ridurre lo stress ossidativo; hanno un effetto protettivo sull’apparato cardio vascolare. I minerali che contengono favoriscono la regolazione dei valori pressori. Sono semi altamente idrofili, riuscendo ad assorbire notevoli quantità d’acqua e pertanto favoriscono il transito intestinale e con esso il mantenimento dell’equilibrio della flora batterica, tra le nostre più importanti armi di difesa dall’attacco di agenti esterni quali virus e batteri.
La quantità d’acqua che sono in grado di assorbire, pari a diverse volte il loro peso, favorisce la comparsa del senso di sazietà e dunque la riduzione delle quantità di cibo ingerite durante e fuori dai pasti. Sono pertanto consigliati a coloro che seguono regimi dietetici controllati, poiché riducono la fatica di sacrificarsi nel mangiare e apportano un discreto quantitativo di nutrienti come carboidrati e proteine che donano energia. Inoltre rilasciano gradualmente gli zuccheri, evitando così di generare picchi glicemici.
Gli zuccheri di lento assorbimento sono sempre preferibili poiché ai picchi glicemici seguono quei cali responsabili della ricomparsa del senso di fame a poco tempo di distanza dall’ultimo pasto effettuato. Contenendo zuccheri a lento assorbimento inoltre possono essere tranquillamente consumati da soggetti affetti da iperglicemia o da diabete.
Alcune precisazioni sui semi di chia
In relazione al fatto che i benefici chia semi sono altamente idrofili, la loro assunzione può causare un aumento del volume delle feci, condizione che ostacola il regolare transito e può portare a fermentazione. i semi di chia non dovrebbero essere assunti in caso di ipovolemia, o in altre parole in soggetti che soffrono di pressione bassa, poiché riducendo i valori pressori potrebbero causare problemi.
E’ bene assicurarsi, prima di assumere qualsiasi integratore alimentare di non essere allergici ai suoi componenti costitutivi, caso in cui, se ne sconsiglia fortemente l’utilizzo. è bene inoltre ricordarsi di acquistare sempre prodotti di alta qualità.

L’idea di Medioevo nasce con l’Umanesimo italiano quando letterati e artisti acquisirono la consapevolezza di vivere in un’epoca di grandi trasformazioni sia culturali che morali, individuando nel percorso della civiltà tre fasi, ovvero l’antichità classica, l’età della decadenza, in cui viene compresa la caduta dell’impero romano, e l’età nuova, in cui rinascono i valori della civiltà classica.
Il Medioevo visto dagli occhi di un umanista
L’orgoglio di vivere in un’epoca di grande progresso e cambiamento intellettuale rappresentò uno dei fattori unificanti della cultura umanistica europea, in cui non venne assunto un atteggiamento univoco verso l’età definita media tempestas, media aetas, medium aevum. Non era possibile condividere del tutto il disprezzo per dei secoli in cui comunque si era assistito alla formazione delle istituzioni politiche e in cui si era affermata l’idea di nazione, ecco perché il motivo reale di critica e disprezzo verso il periodo del Medioevo venne addotto all’operato della Chiesa di Roma, che deviò dalla sua missione e dal modello della comunità cristiana originaria.
La polemica riguardo al Medioevo si arricchì ben presto di connotazioni religiose oltre che letterarie e artistiche, per cui da un lato si andò delineando uno dei fattori originali della società medievale ovvero il carattere profondamente religioso, e dall’altro si assistette all’inizio della lotta tra protestanti e cattolici.
Come cambia la visione del Medioevo nel Settecento
È ancora nel Settecento che la critica sul Medioevo riprende e si posa sugli aspetti delle istituzioni politiche e sociali che gli illuministi credevano essere dei residui delle superstizioni dell’età medievale. Tale critica in realtà maturò la consapevolezza che bisognava risalire al Medioevo per cogliere le origini del mondo moderno. Per superare la polemica sul Medioevo bisognerà attendere la fine del Settecento e la contestazione dei valori illuministici: filosofi e letterari esalteranno il Medioevo come epoca di serenità spirituale e il Cristianesimo quale forza creatrice dell’Europa, mentre gli storici neo ghibellini individueranno nel papato proprio quella forza che ricoprì un ruolo negativo.
Anche la cultura romantica contribuì alla rivalutazione del Medioevo esaltandolo quale epoca religiosa per eccellenza. Il Medioevo generò un ampio interesse della cultura romantica verso tanto che ebbe l’effetto di stimolare la ricerca storica a livello scientifico, che proprio nell’Ottocento registrò innumerevoli progressi a livello metodologico, progressi che erano destinati a intensificarsi ancora di più nel corso della seconda metà del secolo, quando la storia divenne materia per pochi specialisti senza più essere al centro dell’attenzione di letterati e filosofi.

È solo dal II secolo a.C. che inizia a manifestarsi un’arte romana. Roma repubblicana è un forte organismo sia politico che militare per cui non aspira alla conoscenza speculativa bensì a quella pratica e concreta.
Roma e l’amministrazione della res publica
Nella sua fase di ascesa, che trova il suo culmine nella conquista della penisola e con l’espansione romana nel Mediterraneo, Roma esclude l’esperienza estetica dal sistema di valori della propria cultura. Solo l’architettura è vista come tecnica utile ai fini del governa della res publica e come ingegneria militare. La stessa religione non oggettiva il divino in immagini e non è contemplazione ma devozione ovvero pìetas e i suoi atti non vogliono la solennità tipica del tempio o l’evidenza del simulacro.
Dato che non esiste una tradizione estetica legata alla concezione della natura e del sacro, tutto ciò che è immagine viene considerato come pericoloso per il costume romano. Il cittadino romano prima di tutto un soldato e un politico per cui l’arte concepita come attività manuale e servile non gli appartiene anche perché potrebbe distrarlo dai propri doveri civili.
L’arte come rappresentazione dello ius romano
Proprio perché l’arte appartiene a quei popoli soggiogati da Roma, le opere d’arte qui portate costituiscono degni bottini di guerra e degni trofei di vittoria che vengono esposti nel foro quale testimonianza del valore romano. È così che viene delineandosi una nuova estetica ovvero l’arte come storia per immagini accessibile anche agli incolti: con i romani l’arte diventa per la prima volta arte di governo ovvero instrumentum regni. I romani utilizzano anche l’arte greca fondata sulla filosofia del bello, a scopo etico e politico per narrare la storia. I primi contatti di Roma con l’arte ellenica si hanno nel III secolo fino ad arrivare al I secolo quando con Augusto il classicismo diventa l’arte ufficiale dello stato.
Roma diviene quindi punto d’incontro e d’incrocio in cui il linguaggio dell’arte classica finirà per sciogliersi nella molteplicità linguistica del tardo-antico. La storia dello sviluppo monumentale di Roma inizia con le maestose iniziative edilizie del tempo di Silla e di Cesare di cui oggi restano il tempio di Vesta e della Fortuna Virile, il Foum Julii e la Basilica Giulia. Tutti monumenti in cui si amministrava la giustizia da parte dei tribuni e dei centumviri e dove si effettuavano consulenze legali, per cui gli edifici all’epoca volevano essere rappresentativi dello ius romano. Con l’avvento di Augusto si assiste a una trasformazione radicale per cui si ha il passaggio dall’austerità repubblicana al decoro ufficiale dell’Impero.